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Non fatevi scappare il Tesoro Del'Orco...
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Mantova - 12 Ottobre 2013
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Da subito colpisce l'ingresso alla città, percorso attraverso il ponte di fronte al castello di San Giorgio
con l'orizzonte tagliato dalle cupole di chiese.
E' consgiliato parcheggiare in viale Mincio dove ci sono centinaia di parcheggi gratuiti.
In pochi minuti si raggiunge piazza Virgiliana (A), un fresco parco con la statua di Virgilio e due fontane.
Proseguendo si giunge al Duomo del XIV secolo (B), dedicato a San Pietro, imponente e gradevole.
Sul retro è possibile visitare la casa del Rigoletto e, al suo interno, una piccola mostra.
La piazza principale è piazza Sordello, costruita dai Gonzaga nel 1300: probabilmente conserva ancora oggi
la pavimentazione originale in sassi. In piazza Sordello vissero i reggitori di Mantova dal 1200 al 1700,
all'interno del bellissimo palazzo ducale. Il biglietto di ingresso costa 6.50 euro
(sono esclusi il Castello di San Giorgio con la Camera degli Sposi e la Corte Nuova, fino a data ancora non definita).
Oltre l'arco dell'Arengario si arriva in Piazza Broletto (C), piccolo gioiello del 1200,
composta dal palazzo del Podestà, dalla torre comunale e da palazzo Massaro. A poca distanza si trova
Piazza delle erbe (D), che ospita il mercato della frutta, ricca di edifici medioevali,
come il Palazzo del podestà e il palazzo della regione con la torre dell'orologio.
Nell'angolo estremo, vicino alla grande rotonda di San Lorenzo, si trovano la
"casa del mercante" e la "Torre del salaro".
L'itinerario prosegue con la sontuosa basilica di Sant'Andrea (cocattedrale) in piazza Mantegna (E);
proseguendo per via Roma, si devia presto per via Chiassi per poter vedere la chiesa di San Maurizio (F)
e la Chiesa di San Barnaba, ritornando poi in via Acerbi (prosecuzione di via Roma) venendo da via Poma.
Prima di arrivare a Palazzo Te incontriamo la deliziosa chiesa di San Sebastiano, e la casa del grande
Andrea Mantegna, al n° 47 (G), ove si può entrare per vedere una eventuale mostra di pittura (non del Mantegna),
e lo strano cortile interno a forma rotonda.
Immerso nell'acqua e nel verde scorgiamo Palazzo Te (H), ora centro d'arte e cultura:
costruito da G.Romano per ordine dei Gonzaga nel 1500, ora questo palazzo è estremamente interessante
per le sale, i loggiati e il Museo civico. Il biglietto di ingresso costa 8 euro.
Biglietto cumulativo 5 musei 15 Euro (Palazzo Ducale, Palazzo Te, Museo della Città di Palazzo San Sebastiano,
Museo Diocesano F. Gonzaga, Teatro Bibiena);
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Indizi alle cascate del Saent
- qualcosa di burroso/unto
- la torre
- Matilde
- il mercato delle erbe
- il gelato
- qualcuno punk
- qualcosa di ordinato
- Andrea & Francesca
- la folata di vento
- il te delle 5
- lo zucchero
- l'arazzo
- il ponte di San Giorgio
- qualcuno attraversa la via
- l'interno del castello
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Cascate del Saent - 21 Settembre 2013
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Sentiero escursionistico - Difficoltà: facile - Lunghezza: 3,0 km - Salita: 270 m - Discesa: 270 m - Durata: 3:00 h - Punto più basso: 1546 m - Punto più alto: 1780 m - Punto di partenza e arrivo: Malga Stablosol
L'anello delle Cascate del Saent conduce l'escursionista in uno degli angoli più suggestivi del Trentino Nord-Occidentale, ovvero ai piedi degli spumeggianti salti d'acqua creati dal torrente Rabbies.
L'itinerario si sviluppa all'interno del Parco Nazionale dello Stelvio, nel gruppo montuoso dell'Ortles-Cevedale, massiccio dentro il quale si incunea la suggestiva Val del Saent.
Il dislivello da affrontare (circa 200m) si supera in un'unica "tirata" lungo un sentierino abbastanza ripido, a scalini. Anche se il percorso risulta faticoso, è consigliato alle famiglie con bambini, ovviamente senza passeggino.
Dal parcheggio di Ramoni di Coler parte il comodissimo servizio bus navetta (biglietto 1,00 Euro) che conduce fino alla Malga Stablasol (1529m - Bar Ristorante), risparmiando così circa mezz'ora di cammino su stradina.
Dalla loc Malga Stablasol si percorre la stradina sterrata che sale in direzione della Valle del Saent - Cascate Saent (Rif. Dorigoni) e, dopo circa 200m, si incontra una diramazione.
Qui si va a destra e si scende brevemente per la stradina che si dirige verso il torrente. Su un caratteristico ponte di legno si passa dall'altra parte del fiume (sinistra orografica - a destra salendo) e si prosegue sulla mulattiera che sale a fianco del corso d'acqua. Il terreno si fa sempre più ripido e la mulattiera si trasforma in un sentiero. Già lo scroscio dell'imponente cascata comincia a farsi sentire. Continuando lungo il sentiero ci si affaccia ai vari punti di osservazione che consentono di ammirare i vari risalti della cascata.
Continuando lungo il sentiero, con diversi scalini, si ignora una diramazione a destra (quota 1690m) e si giunge al grande salto superiore della Cascata del Saent. Qui un ponte permette di transitare proprio ai piedi dell'ultimo risalto e di ammirare verso il basso la caduta della cascata. Ritornando dall'altra parte del torrente (destra orografica) si risale ancora brevemente per sentiero e si raggiunge un punto di sosta presso l'incrocio con il sentiero 106. Prima di scendere si consiglia di salire ancora brevemente e raggiungere il punto di sosta al " Doss del la Cros" (1799m). Di qui è possibile proseguire in lieve discesa e in quindi piano sul segnavia 106 e raggiungere la Malga Prà del Saent (fontana), adagiata sulla suggestiva spianata omonima, regno delle marmotte. Guardando in alto è possibile ammirare le Cascate Alte del Saent, il cui raggiungimento implica un'altra mezzora di cammino.
Si rientra fino al bivio menzionato sopra (incrocio con il sentiero 106). Si scende ora per il segnavia 106 in direzione del "Centro Visita Stablet". Per una stretta mulattiera selciata e dopo alcune ampie curve si raggiunge il Centro Visitatori di Malga Stablet (1589m). Scendendo per stradina si ritorna a Malga Stablosol (1529m), presso la quale ci si può rifocillare al Bar Ristorante.
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Indizi alle cascate del Saent
- qualcuno sudato
- il crepaccio
- il birraio
- il tramonto
- l'alba
- le racchette
- qualcuno/qualcosa pallido
- qualcuno/qualcosa fiorito
- Fatina Veronica
- il momento del viaggio
- si forma un nodo
- lo zaino del pattume
- lo speck
- il sentiero nel bosco
- la pietra sulla cima
- il bagno sotto la cascata
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Lago di Suviana - 15 Agosto 2013
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Il lago degli anziani di Suviana è un bacino artificiale dell'Appennino bolognese costruito dalle
Ferrovie dello Stato per alimentare una centrale idroelettrica da quasi 30'000 KW.
Detto anche Mare di montagna, è lo specchio d'acqua più grande dell'Italia centro settentrionale.
Il lago è immerso all'interno del parco naturale, per la maggior parte di natura un'boschiva, in cui diverse
specie animali e vegetali hanno trovato il loro hobbit ideale. Nella tranquillità del bosco, per esempio,
è possibile trovare i cinghiali, o quantomento individuare le loro
tracce: grufolate, trottoi o bagni di fango.
Il verde, l'ombra e il silenzio: queste le cratteristiche di Suviana preferite dagli anziani.
Seguite il pullmino Del'Orco al lago degli anziani di Suviana, per gustarvi in compagnia uno splendido Picnic autogestito.
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Indizi a Suviana
- qualcuno accaldato
- l'autogrill
- l'autista in giacca
- qualcuno viene spinto in acqua
- il pullman (degli anziani)
- qualcuno/qualcosa rigoglioso
- l'anziano
- Il Pol (legnami)
- il vortice
- il cielo annuvolato
- il: canotto
- il costume
- lo spogliatoio "fai da te"
- il venditore di pentole
- il pullman
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Tarzaning - 3 Agosto 2013
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Non poteva mancare l'appuntamento con uno sport estremo (attenzione agli anziani!), quest'anno
rappresentato dal Tarzaning.
Lo scopo è andare nei boschi e spostarsi di pianta in pianta, rimanendo sospesi ad altezze variabili:
chi rimane sospeso vince; chi cade a terra perde! Per complicare il percorso, nel bosco sono installate
passerelle di legno, ponti tibetani, piattaforme, teleferiche e ostacoli vari. Serve un buon equilibrio,
capacità di concentrazione e coordinamento nei movimenti.
Capita spesso che il personale del parco debba recuperare diversi partecipanti dispersi nel bosco per
riportarli a terra. Se accettate la sfida, presentatevi con abbigliamento consono, magari con un pile,
e seguite attentamente le istruzioni del personale che vi spiegheranno come affrontare le varie situazioni di pericolo.
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Indizi a Tarzaning
- qualcuno affaticato
- qualcuno aspetto sotto sforzo
- la scala ripida
- l'istruttore
- il momento del briefing
- il moschettone
- qualcuno impaurito
- qualcuno impolverato
- Matteo Di Paolone
- il lancio nel vuoto (qualcuno o qualcosa)
- qualcuno si intreccia nelle corde
- il casco di protezione
- l'imbragatura
- la parete da arrampicare
- la casa tra i rami - la corda
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Lago di Tenno - 13 Luglio 2013
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Il lago
La strada per il Lago si snoda nel comune di Trento a ridosso di Ville del Monte. I piccoli borghi che si
incontrano conservano intatti le loro origini dell'età del bronzo, come dimostrato, per esempio, dalla Casa
degli Artisti e dal parco delle arti e dei mestieri presenti a Canale di Tenno. Dopo una suggestiva scalinata
mediovale, la visuale lascia spazio ad una bellissima isola di 3000 metri quadrati, considerata biotopo,
che si collega alla terra da una strada di sassi, più o meno larga a seconda del livello dell'acqua presente.
Al contrario della zona del lago di Garda, qui il tempo sembra essersi fermato: sulla costa non vi sono
costruzioni e il paesaggio incontaminato è caratterizzato da un fitto bosco. Questo, assieme alle pietre
bianche del fondo, conferisce al lago il suo colore verde-azzurro di aspetto quasi tropicale. Anche se
immerso in un ambiente alpino, Tenno gode di un clima tipicamente mediterraneo: il lago, oasi di quiete
dalle temperature gradevoli, si presta come ambiente ideale per la balneazione e per fare piacevoli
passeggiate.
Le modifiche fatte dall'uomo ai corsi d'acqua stanno autmentando il pericolo di prosciugamento del lago.
I due immissari, il Ri Sec (che scorre nascosto dai sassi) e il torrente Laurel (che non supera mai i 5°C),
non sono più sufficienti a mantenere costante il livello dell'acqua che ad oggi si è abbassato di svariati
metri.
Le cascate del Varone
A soli 3 kilometri di distanza, le acque del lago precipitano fragorosamente con un salto di quasi 90 metri,
dando vita alla bellissima cascata del Varone. Il pullmino del'orco consiglia di non mancare a questa tappa!
Inaugurata nel 1874 dal principe Montenegro, la cascata cattura col suo fascino, ed è affrontabile solo con
l'impermeabile!
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Indizi a Tenno
- il sofficino/gollum bagnato
- l'isola
- Barbalbero
- la pioggia di cascata
- la batana
- qualcuno muscoloso
- qualcuno tentennante (titubante)
- B-Teo
- l'arcobaleno (cascata)
- qualcuno suona il fischietto
- il salvagente
- l'impermeabile
- passaggio stretto fra le rocce
- la camminata sul tramonto
- la caverna
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Valsanzibio - 8 Giugno 2013
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Il percorso all'interno del parco simboleggia il cammino dell'uomo verso la Salvezza.
Ha inizio dal monumentale ingresso, un'elegante costruzione su cui spiccano pregevoli bassorilievi e
statue, come quella di Diana-luna, la dea della natura e degli animali selvaggi, votata a mutamenti e
prodigi. Si prosegue, poi, entrando nel giardino, fino a raggiungere l'arco di Sileno. Da qui, il percorso
costeggia la peschiera detta "Bagno di Diana", la Fontana dell'Iride e la Peschiera dei Venti.
A questo punto, si giunge al famoso labirinto geometrico, che rinvia ad un episodio legato alla vita di
San Gregorio Barbarigo. Questo labirinto, costruito con i bossi surreali, si sviluppa in un percorso di 1500
metri e rappresenta uno dei più estesi labirinti dell'epoca tuttora esistenti.
In prossimità della Fontana della Pila, il cammino continua imboccando a destra il Gran Viale
affiancato dall'Isola dei Conigli: quest'isola, una delle rare garenne (grande proprietà in cui il proprietario
ha liberato dei conigli) ancora esistenti, rappresenta l'immanenza (L'immanenza è un concetto filosofico
metafisico, antitetico a quello di trascendenza, che si riferisce alla qualità di ciò che risiede nell'essere, ha
in sé il proprio principio e fine e, facendo parte dell'essenza di un soggetto, non può avere un'esistenza da
questo separata.), nonché la condizione caratteristica degli esseri viventi racchiusi entro i confini spaziali
e temporali.
Di fronte all'isola e oltre il Gran Viale si trova una maestosa statua raffigurante il Tempo, che ha
interrotto il suo volo attraverso lo spazio: ciò simboleggia la trascendente condizione dello spirito umano.
Procedendo tra statue e fontane che delimitano anche simbolicamente Isola e Tempo si giunge alla
scalinata delle Lonze, che richiama i versi dell'Inferno dantesco, contrassegnata dal sonetto che illustra i
significati del giardino a livelli diversi.
Si giunge così alla meta finale del percorso simbolico, la Fontana della Rivelazione, coronata dalle
otto allegorie delle prerogative del giardino stesso e del suo signore. Il giardino si unisce, infine, come in
un ideale "continuum naturale", al Monte Gallo, attraverso un suggestivo filare di cipressi.
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Indizi a Valsanzibio
- qualcosa di isolato
- la scalinata delle lonze (si mangia?)
- il signore del tempo
- fontana della la rivelazione
- lo spruzzo d'acqua
- il bassorilievo
- qualcosa di arcuato
- Anziana Martin
- qualcuno si perde
- la dea compie prodigi
- la panchina bagnata
- il Libocedro (conifera)
- il labirinto di bossi dalle forme surreali
- la strada di casa
- le "pagine" scritte
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Ravenna - 18 Aprile 2013
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Ravenna si può definire con certezza un tesoro sconosciuto alla maggioranza degli italiani. Oscurata dalle più famose città d'arte italiane (Firenze, Roma, Venezia, Napoli) è in realtà una cittadina straordinaria che attira turisti e appassionati d'arte da tutto il mondo. Nella sua storia è stata capitale di tre imperi: dell'Impero Romano d'Occidente, di Teodorico Re dei Goti e dell'Impero di Bisanzio in Europa. Questo passato è testimoniato dalle basiliche e dai battisteri di Ravenna, dove si conserva il più ricco patrimonio di mosaici dell'umanità risalente al V e VI secolo e di cui otto monumenti sono stati inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO. Per chi ama la natura, poi, a pochi chilometri ci sono le pinete di Classe e San Vitale e l'oasi di Punte Alberete.
Per visitare i diversi mosaici conviene utilizzare il biglietto cumulativo dei musei che comprende: la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, il Battistero Neoniano, la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia**, il Museo e la Cappella Arcivescovile
** Per visitare il Mausoleo di Galla Placidia, dal 1 Marzo al 15 giugno supplemento di Euro 2,00 e prenotazione obbligatoria per gruppi.
Mausoleo di Teodorico
Appena fuori dalle mura nella zona della Rocca Brancaleone, si trova il Mausoleo di Teodorico: si tratta di uno dei pochi monumenti ravennati a non essere costruito in mattoni. Fu voluto dallo stesso Teodorico come sua tomba. La struttura è composta da due piani: la stanza al piano inferiore era adibita ai riti funebri, mentre il piano superiore, che si raggiunge attraverso una scala esterna, ospita una vasca in porfido dove si pensa siano state custodite le spoglie di Teodorico. La cosa sorprendente è il monolite che ricopre il mausoleo: un unico pezzo da 300 tonnellate in pietra d'Istria.
Sant'Apollinare in Classe
A soli 4Km fuori città, tra tutte le basiliche di Ravenna è quella più imponente e maestosa. I mosaici sfidano per bellezza quelli delle altre chiese della città e ritraggono Cristo circondato dai quattro evangelisti, mentre le pecore simboleggiano gli apostoli. Il volto di Gesù compare al centro della Croce, in un tondo decorato con 99 stelle. Tutta la rappresentazione si svolge tra il cielo e l'incanto di un verde paesaggio paradisiaco ricco di rocce, alberi, fiori ed uccelli variopinti. Accanto alla basilica ci sono gli scavi della grande area archeologica dell'antica città di Classe, sede della flotta romana nell'Adriatico.
Mausoleo di Galla Placidia
Avvicinandosi al Mausoleo di Galla Placidia non si immagina che la semplicità dell'esterno nasconda in pochi metri quadrati così splendidi mosaici, i più antichi di Ravenna. Non si esagera ad affermare che l'atmosfera del Mausoleo è magica. Il tema dei mosaici è la vittoria della vita sulla morte, in accordo con la destinazione funeraria dell'edificio. Il cielo stellato riprodotto sulla volta colpisce più di tutto la fantasia dei visitatori e a restare impresso per sempre negli occhi.
San Vitale
La struttura di questo spettacolare tempio eredita i canoni dell'arte orientale: non ci sono navate ma solo un nucleo centrale a pianta ottagonale sormontato da una cupola affrescata. All'interno, infatti, è degna di nota la presenza contemporanea di affreschi e mosaici. Dopo aver osservato i mosaici del volto di Teodora, dietro l'altare noterete a terra una serie di cerchi concentrici del diametro di tre metri con delle frecce: è un labirinto, come si trovano in molte chiese cristiane, che simboleggia il percorso di uscita dal peccato verso la purificazione. La partenza è dal centro.
Battistero Neoniano
Acanto al Duomo si trova il Battistero Neoniano, costruito come risposta cattolica all'eresia Ariana del vicino Battistero: in contrapposizione, per esempio, il Cristo raffigurato nel mosaico sotto la cupola viene da Oriente ed è divino anche prima del battesimo comunicato da Giovanni Battista assieme alla colomba. Si racconta che Carl Gustav Jung in un suo viaggio negli anni 30 discusse un dettaglio del mosaico che rappresentava Cristo mentre tende la mano a San Pietro che sta per affogare. Solo molto tempo dopo si accorse che quell'immagine non esisteteva ed era stata il frutto della sua immaginazione. Jung usò quell'episodio per scrivere bellissime pagine sul rapporto tra inconscio e coscienza e di come anche l'imaginazione modifichi il modo in cui vediamo la realtà.
La tomba di Dante
Accanto alla Chiesa di San Francesco si trova il semplice omaggio al Sommo Poeta: non c'è altro che un cancello in ferro con una montagnetta di sabbia ricoperta di edera (dove i resti di Dante furono seppelliti durante la guerra per preservarli dai bombardamenti) e un piccola stanza con una lapide. A ricordare Firenze e la toscana c'è la lampada votiva settecentesca alimentata con olio d'oliva degli appennini toscani che viene donato ogni anno (la seconda domenica di settembre) dalla città di Firenze.
Sant'Apollinare Nuovo
Ospita il più grande ciclo di mosaici del mondo e colpisce per la contrapposizione della simbologia pagana accostata a quella cristiana, oltre che per i Re Magi, il mosaico raffigurante il Porto di Classe e le interminabili processioni di martiri e vergini. Le pareti della navata centrale sono divise in tre fasce di mosaici ben distinte: la fasci più alta racconta la vita di Cristo, quella centrale Santi e Profeti e mentre quella inferiore ritrae il famoso Palazzo di Teodorico. La cancellazione della figura dell'Imperatore e di altri personaggi, ricoperti da drappi bianchi, avviene nel momento in cui la basilica passa dal culto ariano (per cui era stata costruita) al culto cattolico. Sulla parete di fronte è ritratto il porto di Classe, uno dei più importanti del Mediterraneo ai tempi dell'Impero Romano.
Battistero degli Ariani
Secondo la dottrina ariana Cristo era figlio di Dio ma conservava la sua natura umana: solo attraverso il rito del battesimo egli assume la sua natura divina. I mosaici sulla volta del battistero celebrano proprio il battesimo di Cristo. A differenza del vicino Battistero degli Ortodossi, qui il giovane Cristo si dirige verso oriente (anzichè provenire da Oriente), diventando divino solo nel momento del battesimo. E' un uomo, quindi non c'è "censura" sulla sua nudità mentre è immerso nelle acque del Giordano e Giovanni Battista gli comunica il Battesimo. Dall'alto scende la colomba divina, ad irrorare con un soffio di luce, simbolo dello Spirito, il capo del Cristo.
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Indizi a Ravenna
- aspetto invecchiato
- il Mausoleo
- la colomba divina
- la coda imprevista
- la fiamma perenne (Dante)
- qualcosa di dorato
- sembra restaurat
- Arcangelo Corallo
- lo scavo archeologico
- qualcuno si nasconde con drappi bianchi
- il monolite Teodorico
- la grande cupola
- i cerchi concentrici nella pietra (non nel grano)
- il piatto colmo
- dettaglio dei tasselli di mosaico
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Venezia - 27 Aprile 2013
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Una coloratissima mostra presentata da Kids Creative Lab, l'originale collaborazione di arte e moda fra la Collezione Peggy Guggenheim e OVS.
Giocare con l'arte, sempre: così la Collezione Peggy Guggenheim connette i bambini all'arte e alla moda, con un progetto didattico creativo.
La programmazione didattica rientra nelle attività istituzionali del museo e con questo progetto la proposta formativa affronta nuove tematiche: la moda, il design, i nuovi media e modi di rapportarsi al reale.
"L'obiettivo, spiega il direttore Philip Rylands, è che il dialogo scuola-famiglia-museo possa favorire nei bambini lo sviluppo di un senso critico ed estetico, continuare ad arricchirsi di stimoli e rivelarsi vivace e proficuo.
La potenzialità creativa del binomio arte-impresa valorizza la crescita culturale attraverso la bellezza dell'arte".
Questo progetto consente di avvicinare i bambini all'arte figurativa e alla manualità, trasformandoli in fruitori attivi: applicazioni di stoffa da attaccare con bottoni a clip su di T-shirt per renderle sempre diverse, ispirate ai modificanti futuristi, microsculture fatte di calchi di superfici e texture, che rimandano agli orecchini di Tanguy e Calder; il feltro, utilizzato da artisti come Giuseppe Penone e Josef Beuys; interazioni online, laboratori creativi e un'installazione collettiva.
Le creazioni della mostra, come i volumi tridimensionali in feltro, saranno assemblate in una grande scultura che man mano prenderà vita alla Collezione Peggy Guggenheim.
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Indizi a Venezia
- qualcosa di grigio
- il ponte di vetro
- il guardiano
- un biglietto contraffatto
- la statua d'oro
- la forma surreale
- qualcuno schifato
- l'Anziana Nicky
- qualcuno che paga
- qualcuno che scivola
- la bottiglietta di elisir
- la lisca di pesce
- la terrazza Marini
- il quadro
- qualcosa che ricorda il colore
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San Leo - 6 Aprile 2013
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Invalicabile ed inespugnabile: San Leo è la fortezza del Montefeltro.
Sfidando e, a volte oltrepassando, le leggi della gravità, San Leo è stata costruita su un enorme masso di roccia ed è raggiungibile da un'unica stradina che s'inerpica nella montagna.
Un paesaggio affascinante con rupi, strapiombi, vetuste mura e un'atmosfera e un paesaggio in grado di far viaggiare indietro nel tempo e trasportarvi in pieno medioevo.
Come tutte le fortezze, San Leo custodisce al proprio interno un tesoro: un tesoro fatto di arte, cultura e storia.
Conviene lasciare l'auto nel parcheggio gratuito nel centro del paese (seguendo le indicazioni "Parcheggio"). Salendo la scaletta ci si ritrovia tra il duomo di stile romanico-lombardo, edificato tra il XII e XIII secolo, e la Pieve del IX secolo, la più antica chiesa del Montefeltro. Pieve deriva dal latino plebs, plebis, che era il popolo più umile, perché in origine questo edificio era anche luogo d'incontro della comunità, dove venivano prese le decisioni importanti. Nella semplicità ed essenzialità di queste chiese, si respira una spiritualità sobria e primitiva. Volgiamo lo sguardo anche alla Torre di vedetta del XII secolo, ben ancorata alla roccia, che è diventata poi campanile del Duomo. Dirigendosi verso il belvedere è possibile ammirare uno splendido panorama.
Proseguendo a piedi, si prende la direzione del forte, in cima alla montagna. La passeggiata è piacevole e non molto complicata. Da qui la vista è splendida e spazia a 360 gradi sulle montagne circostanti e sul paese con le chiese e la torre. Una visita è dedicata alla fortezza che nella sua storia ha subito varie vicissitudini, ma famosa soprattutto per essere stata la prigione del Conte di Cagliostro, eccentrico avventuriero, vissuto nel secolo dei lumi e dedito all'alchimia, alla massoneria, alla divinazione del futuro (predisse anche la fine della dinastia dei Capetingi in Francia) e per questo denunciato come eretico e condannato al carcere a vita. Nel carcere di San Leo (fortezza inviolabile, celebre per la sua durezza) si può visitare la sua ultima prigione, senza porte, nella quale era stato calato da una botola dall'alto e attraverso lo stesso pertugio gli veniva allungato il cibo.
Presso il Palazzo Mediceo, infine, è possibile visitare il museo di arte sacra.
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Indizi a San Leo
- una persona dall'aspetto pensieroso
- la Cattedrale
- la Madonna di Loreto (dentro la Pieve)
- una foto che "ascolta il silenzio"
- il tronco di Olmo del Santo (a Igne)
- qualcuno infreddolito
- qualcosa che ispira il miracoloso equilibrio
- Big Foot Big PaolON
- qualcuno mangia
- qualcuno sale sulle rovine
- il ciborio
- la data sul pilastro (dentro alla cattedrale)
- le prigioni del forte
- uno sprazzo di estate
- un segno della morsa del freddo
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